Il Borgo
Combai - Il borgo ha origini antichissime. Il nome deriva da Mellìus, il proprietario del fondo (Col de Mèlleris [fundo]): siamo in epoca medioevale, attorno all’anno 950. Si stacca da Pradamur, la cui origine è ancora più vetusta.
Conserva ancor oggi la tipologia della struttura medievale, a corte aperta con il cortile, il pozzo ed il forno promiscui. Le case conservano pressochè tutte la ritonda, i pioi e altri elementi caratteristici.
Ecco come il parroco di Combai descrive borgo Colmellere l’8 dicembre 1762 in una lettera che invia al nuovo cooperatore, che sta per arrivare e vuole informazioni sul paese.
“(..)Borgo Col de Melere ha le case dal numero 44 al numero 67 e vi piacirà subito perché ha de capitelli, l’uno verso Combayo, di San Vitore martire, l’altro dicato alla Madonna del Castagno a Pardolino, proprio sopra, dove v’è un ampio raduro dove si può celebrar messa tant’è detto capitello consacrato e col tabernacolo per conservar l’Ostia consacrata. Esso ha le radici di Combayo ed ha un forno commun per il pane, idem un pozo, un lavatojo, un abbeveratoio, due fontanelli communi, uno di sopra e uno di sotto, ambi con dericto de tuti de andar a prender acqua, un moraro grande e tanti figari. V’è una riva bella di gran poduzione della pereira. A Col de Melere si arriva da quattro viottole . Una da Combayo, una va verso il Roaz e si incrosa la strada per Guietta, una va a Pra’ da Mur e la quarta va in Pardolin. Colà vi stanno i Col de Melere, i Meneghel tutti, i Pieri tutti, i Canzian, i Dalla Vedova, gl’Iseppon tutti, i Pieruzzo tutti. Il Roaz è insoto Col de Melere buta acqua quando piove molte volte e tanto mentre insopra, l’acqua sgorga sempre e rientra in terra. Col de Melere ha quatro cortivi e doi prese per i cavalli. Havaria anche una hostaria dove si sta in Sete e deta in tal modo, che tien tal familia dei Meneghel.(…)”